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OPERE LETTERARIE
SINOSSI:"DONATO - sul ring della petrolplastica".
Autrice: Rosangela Chirico
Nel panorama contemporaneo, nel quale l'arte sovente si trova a navigare tra l'estetizzazione dell'esperienza e la ricerca di un'immediata risonanza emotiva l'opera "DONATO - sul ring della petrolplastica" emerge come un picco di autenticità. È un omaggio alle vittime del lavoro che ha ereditato l'energia espressiva dal precedente romanzo civile "PLASTICA - storia di Donato Chirico operaio petrolchimico" che ha ispirato le raffigurazioni artistiche e i componimenti poetici attraverso il linguaggio che intreccia la pittura verbale alla poesia visiva. I frammenti di vita riportati, respirano, pulsano e parlano direttamente all'anima del lettore, con un'urgenza esistenziale che trascende i confini del personale per abbracciare l'universale. Nel libro, il lavoratore è visto come un lottatore, vittima e simbolo di una condizione asfissiante, […steso a terra da colpi senza regole, boxato / da colpi proibiti, avvelenati, mortali… ], (cit. da "Donato e il ring"), perché agire nella petrolplastica sarebbe come difendersi durante un match all'interno di un ring.
Tra le liriche si coglie e si apprezza anche il paziente lavoro di scavo e di labor limae che l'autrice ha compiuto su ogni singolo verso, plasmando le parole e caricandole a un tempo di echi e valenze foniche, arricchendo i testi di rime e figure retoriche, che amplificano la portata delle riflessioni proposte […Siamo operai col pensiero industrioso / lavoriamo sotto a un cielo artificioso. / La neve cade pure d'estate / il pvc imbianca a tempestate. / … Noi lavoriamo sotto a un cielo polimero / azzurro, nuvoloso, buio, limpido, monomero / offuscato, celeste, sporcato da plastica e bitumero…], (cit. da "CVM PVC neve al sole"). Con la trasfigurazione dei sentimenti in immagini, attraverso l'immediatezza del linguaggio visivo e verbale l'autrice riesce a rendere vivido ed esuberante il suo pensiero per attivare resistenze all'atteggiamento capzioso e disumano di chi sostituisce i valori umani con quelli della tecnica, del profitto, del denaro, dell'utile. In questo contesto, il ruolo dell'artista è ridefinito non più solo come generatore di bellezza ma come custode della memoria; la voce di quelle realtà marginalizzate e dimenticate, per stimolare nel lettore una presa di coscienza collettiva su questioni di portata mondiale come quelle delle morti da lavoro e della compromissione dell'ecosistema per inquinamento da plastica, come emerge chiaramente da questi versi-chiave: Giorno e notte i petrolchimici fanno gare / a ondate gommose rovesciano il mare. / Il progresso emerge dal fondale abissale: / l'acqua e la terra hanno più plastica che sale. (cit. da "E mò è mò … Moplen"). Verso dopo verso, di-segno dopo di-segno, filo dopo filo, seguendo il viaggio di Rosangela Chirico nelle profondità del silenzio, si arriva ad accogliere il monito che la storia dell'operaio out-fighter ci ha "donato", ossia che l'arma più potente per combattere le ingiustizie di qualsiasi natura è la CULTURA, che, diventando AZIONE, contribuisce a custodire il passato per attivare il rispetto della vita in tutte le sue forme, liberando il presente; perché la sua poesia è anche un accorato appello alla responsabilità, un inno alla vita, una dichiarazione d'amore verso l'umanità e verso il pianeta che abitiamo, non perdendo di vista la "prospettiva di rinascita" per il bene comune.